Facebook non si crogiola di certo sul proprio successo: la leadership che vede la company di Menlo Park prevalere all’interno dell’affollata competizione tra i principali social network non rappresenta affatto un ostacolo all’introduzione continua di nuove feature ed aggiornamenti, con l’obiettivo di contrastare l’avanzata dei competitor e conquistare nuove quote di pubblico e mercato.
E se negli ultimi tempi, specifici segmenti di audience – come Millennials e nativi social – hanno scelto nuove forme di racconto, imponendo Snapchat come proprio social d’elezione, la piattaforma di Mark Zuckerberg non ha tardato a rispondere, prima in via indiretta attraverso Instagram Stories, ed ora lanciando i suoi nuovi strumenti Stories, Camera e Direct.
Anche Facebook ha capito che sui social il dominio della parola è in rapido declino, scalzato dall’ascesa inarrestabile della comunicazione visiva, veicolata da foto e video che spopolano tra i giovani su Snapchat, Instagram, Periscope e YouTube o condivisi su piattaforme ed app ancor più visually focused come Tinder, Monkey e Vine.
Il nuovo storytelling passa attraverso immagini e – soprattutto – filmati, che appaiono brevi, fortemente personalizzati ma di immediata e semplice realizzazione.
Una delle componenti rivoluzionarie di tali contenuti, che ne ha decretato il successo presso i Millennials, risiede nella loro transitorietà: fotografie e video ora hanno un termine di scadenza entro il quale essere visualizzati, rappresentano quindi contenuti destinati a non durare nel tempo, prodotti velocemente e consumati altrettanto in fretta, rimanendo nella sfera privata.
Camera è la prima nuova funzionalità introdotta sulla propria app mobile da Facebook pensata per realizzare contenuti visivi da personalizzare.
Come già sperimentato da tempo su Snapchat, questa feature permette agli utenti di modificare le proprie foto ed i propri filmati utilizzando effetti speciali, come filtri e animazioni, anche interattivi: unitamente alla creazione, è possibile personalizzare anche la condivisione, optando per una pubblicazione privata o estesa a più segmenti di pubblico.
Raccontarsi attraverso immagini e video sarà il must di Stories: si possono pubblicare contenuti coinvolgenti che rimangono disponibili solo per 24 ore, scegliendo se condividerli con singole persone, gruppi specifici oppure integrarli in un post, che acquisirà quindi una particolare rilevanza e sarà visibile secondo le opzioni standard di privacy proposte da Facebook.
Attenzione all’aspetto visivo ma al contempo massima personalizzazione del pubblico con il quale condividere i propri contenuti, con l’esaltazione del private sharing. Così, con la funzione Direct, Facebook massimizza la comunicazione one-to-one, focalizzandola sulla condivisone di foto e video, evitando la concorrenza interna con Messenger, spingendo ad interagire e replicare ai messaggi con altrettanti contenuti visivi.
Con Direct i messaggi con immagini e video possono essere visualizzati dal destinatario per un massimo di 2 volte entro 24 ore, dopodiché questi contenuti spariranno definitivamente senza lasciare traccia sullo smartphone.
Vado pazzo per la pizza margherita, Sergio Leone, il mare alle sette della sera, Jorge Luis Borges, la carbonara, Mark Lanegan, le patatine all’una di notte, la faccia di Takeshi Kitano, Johnny Cash, il finale di Papillon, quel genio di Roger Waters, Italo Calvino, il Barolo e Marisa Tomei.
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